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"Carlo Abbatino possiede una dote ormai introvabile negli esseri umani: l'ingenuità. Nel suo nome egli coglie, osserva, valuta e giudica l'animo e le sue differenti forme di sensibilità. I diretti interessati (semplici passanti, amici) ignorano di essere "materiale" cognitivo ma devono a Carlo la possibilità di far emergere emozioni, sentimenti, spesso assopiti o, a volte, del tutto sconosciuti. Egli entra dentro ognuno di noi e scopre tutto con discrezione e, sempre, con ingenuità, quanto siano profonde le nostre menti. Non fa differenza tra manager, operai, casalinghe, insegnanti, disoccupati, le rime nascono e si sviluppano, prendono vita su carta e descrivono luoghi, colori, vicoli. Nelle poesie di Carlo Abbatino si legge un omaggio perenne, mai disincantato nei confronti della sua città di cui egli, ancora oggi, è profondamente innamorato. Matera non assume mai contorni contemporanei, vive nei luoghi onirici e immaginifici che le danno un volto più bello, che non tramonterà mai." (Antonella Ciervo)